Mi chiamo Marco, ho 35 anni e da qualche tempo la mia vita è stata sconvolta da una situazione che mai avrei immaginato. Sono sposato con Giulia, una donna affascinante e sicura di sé, che nasconde però un lato oscuro che ho scoperto solo dopo essermi unito a lei in matrimonio.
La nostra storia è iniziata come un romantico e appassionato idillio. Giulia era la donna dei miei sogni, bella, intelligente e ambiziosa. Abbiamo condiviso momenti di gioia e felicità, e ho creduto di aver trovato la compagna perfetta per la vita. Ma è stato solo dopo il matrimonio che ho iniziato a notare dei cambiamenti nel comportamento di Giulia.
Un giorno, tornando a casa dal lavoro, l’ho trovata in posizione dominante sul nostro letto. Era seduta su di esso, indossando un abito nero aderente e un paio di stivali alti fino al ginocchio. I suoi occhi scuri brillavano di un’intensità che mi intimoriva, ma allo stesso tempo mi attrarreva in modo inaspettato. Non avevo mai visto questo lato di lei prima d’ora.
“Mio adorabile marito, sei tornato finalmente”, disse Giulia con un sorriso enigmatico. “Ho qualcosa da dirti.”
Mi avvicinai con curiosità e un po’ di apprensione. “Di cosa si tratta?” chiesi, cercando di nascondere l’emozione che provavo.
“Voglio che tu sappia che ho bisogno di qualcosa di diverso nella nostra relazione”, rispose Giulia con un tono autoritario. “Ho scoperto una parte di me che desidero esplorare, e voglio che tu mi segua in questo viaggio.”
Ero confuso e spaventato, ma allo stesso tempo desideravo soddisfare le sue richieste. Così acconsentii, ignaro delle conseguenze che questa scelta avrebbe avuto sulla nostra vita.
Giulia iniziò a prendere sempre più il controllo della nostra relazione. Mi ordinava di fare le pulizie, di cucinare per lei e di esaudire ogni suo desiderio senza esitazione. Il suo tono era sempre più severo e autoritario, e io mi sentivo sempre più soggiogato dai suoi comandi.
Ma la svolta più inaspettata avvenne quando Giulia mi chiese il controllo del mio bancomat. Mi disse che desiderava gestire le nostre finanze in modo più attento, e che avrei dovuto consegnarle il mio bancomat e la mia carta di credito. Inizialmente mi sentii impotente, ma mi dissi che era solo un modo per dimostrarle la mia devozione.
Così, Giulia iniziò a controllare tutte le spese e le transazioni. Ogni volta che desideravo comprare qualcosa, dovevo chiedere il suo permesso. Era umiliante, ma allo stesso tempo provavo un’ebbrezza strana nel sottomettermi al suo controllo finanziario.
Con il tempo, Giulia iniziò a usare i miei soldi per acquistare cose per sé stessa. Vestiti di marca, gioielli costosi e viaggi di lusso divennero la norma per lei. Era evidente che stavamo vivendo uno stile di vita al di sopra delle nostre possibilità finanziarie, ma la sua ambizione e desiderio di potere sembravano non conoscere limiti.
Le mie lamentele e preoccupazioni venivano sempre zittite dalle sue risate dispettose e dal suo atteggiamento di superiorità. “Sei solo un debole, Marco”, mi diceva. “Non capisci il vero piacere che c’è nel sottomettersi a me e nel concedermi il controllo finanziario.”
Mi sentivo sempre più intrappolato in questa situazione. La mia autostima veniva minata ogni giorno, ma allo stesso tempo mi sentivo incapace di liberarmi da questa spirale di umiliazione e dominazione.
Un giorno, mentre ero in ufficio, ricevetti una chiamata dal direttore della mia banca. Mi chiese di incontrarlo nel suo ufficio e mi disse che aveva ricevuto una segnalazione riguardo a delle transazioni sospette sul mio conto bancario. Ero preso dal panico e mi resi conto che Giulia aveva superato ogni limite, utilizzando il mio bancomat senza alcun controllo.
Cercai di contattarla telefonicamente, le inviai un sacco di messaggi senza ottenere alcuna risposta sensata se non un emoticon di un sacco di banconote e una faccina con un sorriso beffardo. Ero spaventato, arrabbiato, ma allo stesso tempo molto eccitato. Non vedevo l’ora di tornare a casa per affrontarla una volta per tutte, ma non sapevo che fare: se urlarle addosso tutta la mia rabbia, oppure se buttarmi ai suoi piedi per farmi umiliare l’ennesima volta.
Appena entrai in casa trovai Giulia nel salone di ingresso, bellissima, statuaria, intrigante. Indossava solo un perizoma nero e delle nuovissime scarpe rosse con il tacco a spillo che le avevo regalato alcuni giorni prima, mi erano costate un patrimonio, quasi un terzo del mio stipendio. Non ci pensai due volte, mi buttai ai suoi piedi ed inizia a baciare le suole e i tacchi di quelle elegantissime calzature femminili.
Lei mi disse: “Cosa cazzo continuavi a chiamarmi e ad inviarmi tutti quei messaggi? Sei uno stronzo! Sai benissimo che non devi disturbarmi quando sono a casa!” Io la guardai negli occhi, intimidito … la rabbia del pomeriggio era svanita, aveva preso il sopravvento la paura. Sì, avevo paura di mia moglie, paura che potesse lasciarmi.
“Vuoi sapere cosa stavo facendo?” mi chiese con tono severo ed autoritario. “Ok, se sei così curioso te lo dico! Mi stavo facendo leccare la figa da un tipo che ho conosciuto online. Perché tu non mi soddisfi più sessualmente. Hai il cazzo piccolo, troppo piccolo per i miei gusti. E non hai mai saputo usarlo. E nemmeno la lingua… non sai come far godere una Donna come me! Il tuo ruolo è solo quello di schiavo, di money slave!”
Abbassai gli occhi, mi feci piccolo piccolo. Presi il portafoglio, afferrai tutte le banconote che avevo e le porsi alla mia Padrona Giulia. “Ok, adesso continua a leccarmi le scarpe… merdaccia umana che non sei altro!” mi disse con voce ferma e pacata.